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Guerra aperta tra il Fatto quotidiano e il ministro Brambilla
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Guerra aperta tra il Fatto quotidiano e il ministro Brambilla
Guerra aperta tra il Fatto quotidiano e il ministro Brambilla
È guerra aperta tra il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla e la direzione del Fatto quotidiano. Il 24 dicembre il ministro aveva reso noto di aver chiesto tre milioni di euro a "Il Fatto Quotidiano", diretto da Antonio Padellaro, per l'inchiesta intitolata "Ufficio di collocamento Brambilla", pubblicata il 13 novembre e per l'articolo di contenuti analoghi uscito il 17 dicembre.
Oggi il ministero del Turismo ha replicato al quotidiano che, in un articolo on line del 24 dicembre, commentando la richiesta di risarcimento, aveva sottolineato che «la ministra si farà difendere dall'Avvocatura dello Stato, pagata con i soldi nostri» e che la Brambilla «dimenticava di dire» che la Corte dei conti ha aperto un'indagine «per valutare l'eventuale danno erariale». L'azione - dice il capo di gabinetto del ministro del Turismo, Claudio Varrone - non è volta a tutelare l'immagine del ministro «ma quella delle strutture ministeriali oggetto dell'articolo, ritenuto di contenuto diffamatorio». Ma come si è arrivati a questo scontro? Ecco la vicenda ricostruita passo per passo.
La Brambilla chiede 3 milioni di risarcimento al Fatto quotidiano per gli articoli sulle consulenze al ministero
La Corte dei conti indaga sui consulenti della Brambilla
La Corte dei conti ha aperto un'istruttoria
La Procura del Lazio della Corte dei conti, il 17 dicembre scorso ha aperto un'istruttoria sulle consulenze al ministero del Turismo, ipotizzando un danno erariale. L'apertura del fascicolo avviene dopo l'inchiesta del Fatto quotidiano. Secondo il giornale di Padellaro e Travaglio, una decina di persone assunte presso il ministero del Turismo come consulenti per il rilancio dell'immagine dell'Italia, svolgerebbero in realtà attività di partito.
Brambilla ha dato mandato all'Avvocatura di Stato per un'azione risarcitoria
Il ministero del Turismo il 24 dicembre, «atteso il contenuto gravemente diffamatorio» dell'articolo, annuncia che il ministro Brambilla ha «dato mandato all'Avvocatura generale dello Stato di esperire un'azione risarcitoria al fine di ottenere il ristoro dei danni prodotti all'immagine del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo e della Struttura di missione per il rilancio dell'immagine dell'Italia».
La reazione del quotidiano
Immediata la risposta del giornale di Padellaro: il ministro ha omesso di segnalare che sulla vicenda è stata aperta un'istruttoria dalla Corte dei conti. Per la direzione del Fatto Quotidiano, poi, la reazione del ministro Brambilla è «a scoppio ritardato», visto che l'articolo è stato pubblicato a novembre. Il giornale poi attacca il ministro, in quanto «si farà difendere dall'Avvocatura dello Stato, «pagata con i soldi nostri». E annuncia la convocazione di una conferenza stampa riservata a giornalisti internazionali «per illustrare al mondo da chi siamo governati».
I legali della Brambilla: «Modus operandi intimidatorio»
In riferimento proprio a questa conferenza stampa, oltre che agli articoli pubblicati, intervengono anche i legali del ministro che, in una nota, contestano al Fatto Quotidiano l'utilizzo nei confronti del ministro di «un modus operandi a dir poco intimidatorio e ritorsivo».
Brambilla: l'azione tutela il ministero non il ministro
Infine, sul fatto che l'azione legale avvenga attraverso l'avvocatura dello Stato, il capo di gabinetto del ministro del Turismo, Claudio Varrone, fa sapere con una nota che l'azione intrapresa dal ministro tramite l'Avvocatura di Stato nei confronti del Fatto quotidiano non è volta a tutelare l'immagine del ministro «ma quella delle strutture ministeriali oggetto dell'articolo, ritenuto di contenuto diffamatorio». Difesa che spetta per legge all'Avvocatura dello Stato, scrive Varrone. «Il preteso onere finanziario è pertanto già ricompreso nella voce del bilancio statale prevista per il funzionamento di tale fondamentale Istituzione». Nel comunicato Varrone annuncia anche che il ministro Brambilla «ha dato incarico a un legale di sua fiducia di esperire» nei confronti del giornalista Luca Telese (che ha intervistato Berlusconi nella conferenza di fine anno), in sede civile per danno d'immagine «o di quella che eventualmente vorrà intraprendere, a titolo personale, a tutela della sua onorabilità nei confronti del Fatto quotidiano. Il ministro si riserva anche «iniziative giudiziarie per contrastare quelle che la direzione del Fatto quotidiano si riserva di intraprendere nei suoi confronti».
È guerra aperta tra il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla e la direzione del Fatto quotidiano. Il 24 dicembre il ministro aveva reso noto di aver chiesto tre milioni di euro a "Il Fatto Quotidiano", diretto da Antonio Padellaro, per l'inchiesta intitolata "Ufficio di collocamento Brambilla", pubblicata il 13 novembre e per l'articolo di contenuti analoghi uscito il 17 dicembre.
Oggi il ministero del Turismo ha replicato al quotidiano che, in un articolo on line del 24 dicembre, commentando la richiesta di risarcimento, aveva sottolineato che «la ministra si farà difendere dall'Avvocatura dello Stato, pagata con i soldi nostri» e che la Brambilla «dimenticava di dire» che la Corte dei conti ha aperto un'indagine «per valutare l'eventuale danno erariale». L'azione - dice il capo di gabinetto del ministro del Turismo, Claudio Varrone - non è volta a tutelare l'immagine del ministro «ma quella delle strutture ministeriali oggetto dell'articolo, ritenuto di contenuto diffamatorio». Ma come si è arrivati a questo scontro? Ecco la vicenda ricostruita passo per passo.
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Brambilla ha dato mandato all'Avvocatura di Stato per un'azione risarcitoria
Il ministero del Turismo il 24 dicembre, «atteso il contenuto gravemente diffamatorio» dell'articolo, annuncia che il ministro Brambilla ha «dato mandato all'Avvocatura generale dello Stato di esperire un'azione risarcitoria al fine di ottenere il ristoro dei danni prodotti all'immagine del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo e della Struttura di missione per il rilancio dell'immagine dell'Italia».
La reazione del quotidiano
Immediata la risposta del giornale di Padellaro: il ministro ha omesso di segnalare che sulla vicenda è stata aperta un'istruttoria dalla Corte dei conti. Per la direzione del Fatto Quotidiano, poi, la reazione del ministro Brambilla è «a scoppio ritardato», visto che l'articolo è stato pubblicato a novembre. Il giornale poi attacca il ministro, in quanto «si farà difendere dall'Avvocatura dello Stato, «pagata con i soldi nostri». E annuncia la convocazione di una conferenza stampa riservata a giornalisti internazionali «per illustrare al mondo da chi siamo governati».
I legali della Brambilla: «Modus operandi intimidatorio»
In riferimento proprio a questa conferenza stampa, oltre che agli articoli pubblicati, intervengono anche i legali del ministro che, in una nota, contestano al Fatto Quotidiano l'utilizzo nei confronti del ministro di «un modus operandi a dir poco intimidatorio e ritorsivo».
Brambilla: l'azione tutela il ministero non il ministro
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