Putin e Lula invocano la libertà di stampa per Assange o.O

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WIKILEAKS, PUTIN: 'ARRESTO
DI ASSANGE GESTO IPOCRITA'



Braccato, attaccato da mezzo mondo e finito in manette britanniche, Julian Assange può contare sulla difesa di un duo pesante: quello formato dal premier russo Vladimir Putin ed il presidente brasiliano uscente Ignacio Lula Da Silva. Che 'rinforzanò la schiera dei leader scesi in campo - lo aveva fatto anche il colonnello Gheddafi nei giorni scorsi - per rimarcare, a vario titolo, «l'ipocrisia» americana. Il premier russo che alcuni 'cablè inviati dall'ambasciata americana di Mosca a Washington hanno bollato come 'maschio-dominantè della politica russa, non ha usato mezzi termini.

«Ma è questa la democrazia?», si è chiesto infatti polemicamente in un incontro con i giornalisti a Mosca, rinviando al mittente-americano qualsiasi tentativo di 'insegnarè al mondo le regole della libertà. «Perchè è in carcere? ha insistito citando un proverbio dei contadini russi sintetizzabile con il concetto 'da che pulpito viene la predicà. E mentre solo pochi giorni fa Dmitri Medvedev, presidente della federazione Russa, sottolineava come la vicenda Wikileaks abbia mostrato al mondo il »cinismo« degli Usa, dall'altra parte del pianeta sulla stessa linea di Putin sono arrivate anche le parole di Lula. »Credo che sia necessario difendere la libertà di stampa«, ha detto il presidente brasiliano, annunciando di voler esprimere »la sua protesta e la sua solidarietà« pubblicando sul sito della Presidenza una protesta contro l'arresto di Assange. E rimarcando come »il colpevole non sia stato chi ha divulgato ma chi ha scritto«.

Parole e concetti non lontani da quelli di Gheddafi. Il Colonello libico ha infatti espresso nei giorni scorsi il proprio plauso per il ruolo »molto utile« di Wikileaks nel mettere a nudo »l'ipocrisia americana«, sottolineando di essere »per la libertà e contro la censura delle idee«. E mentre una parte dei Grandi si schiera a difesa della libertà di espressione di Assange puntando il dito sull'America, la Russia resta in attesa anche delle risposte dalla Nato. Su quel progetto - rivelato dai 'cablè Wikileaks -di difesa di Polonia e altri tre paesi Baltici da possibili aggressioni da parte di Mosca, che non è stato digerito nel paese di Putin e Medvedev. »È nostro diritto« avere spiegazioni e le »aspettiamo« ha ribadito il ministro degli eteri di Mosca, Sergei Lavrov mentre il rappresentante della Federazione alla Nato, Dmitri Rogozin, pur dicendosi soddisfatto delle dichiarazioni di oggi del segretario generale dell'Alleanza, Aders Fogh Rasmussen, ha chiesto di passare dalle parole ai fatti. Vuole atti »concreti«: »'Il modo migliore per la Nato per dimostrare che non considera la Russia come una minaccia per l'Occidente - ha detto Rogozin - sarebbe quello di abbandonare la pianificazione militare contro la Russia«.

Alice Mastroianni ha scritto:

«Ma è questa la democrazia?», si è chiesto infatti polemicamente in un incontro con i giornalisti a Mosca, rinviando al mittente-americano qualsiasi tentativo di 'insegnarè al mondo le regole della libertà.

Pur non condidendo nulla di cio' che fa Putin mi associo