Processo per furto aggravato

Antonio Esposito, detto Totonno (il nome è di fantasia), ha fatto oggi il suo ingresso in tribunale per la prima udienza che lo vede imputato del furto aggravato da scasso avvenuto ai danni della signora Assunta Lo Cascio. Durante l'atto criminoso sarebbero stai sottratti, secondo i PM, i seguenti beni:

- una pistola semiautomatica Glisenti, ricordo del defunto marito della signora, ufficiale di fanteria in Libia durante il 2° conflitto mondiale, peraltro inservibile in quanto non funzionante
- una nduja calabrese custodita nella dispensa della Lo Cascio

All'arrivo dell'Esposito era presente una piccola folla di suoi sostenitori, tra cui una decina di cugggini e cugggine, che inalberavano cartelli contro la magistratura. Per la gioia dei suoi fan, l'Esposito è salito sul cassone del suo (si fa per dire) motofurgone Ape 250 e ha tenuto un breve comizio, esordendo così

"Siccome non ho niente da fare (è disoccupato dal 1972 - N.d.R.) sono venuto a vedere questa fiera dell'assurdo".

I suoi fan non hanno compreso bene il concetto, ma hanno egualmente applaudito entusiasticamente, salvo poi azzuffarsi per contendersi il cestino da viaggio gentilmente offerto dalla mamma dell'Esposito.
"Non si tratta di furto" ha proseguito l'Esposito. "La signora maneggiava senza cautela l'arma (peraltro regolarmente detenuta) e avrebbe potuto ferirsi o rimanere uccisa. Lo stesso vale per la nduja, priva di data di scadenza, un alimento assolutamente da evitare per la signora, che soffre di ipertensione e colesterolo alto".
Alla domanda rivoltagli da un cronista sul perché avesse in seguito abraso la matricola dell'arma, l'Esposito ha risposto "E lei, figl'androcchia comunista, di che giornale è?