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Il mondo alla rovescia
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Il mondo alla rovescia
Natale a Beverly Hills film di interesse nazionale e culturale: è polemica
ROMA (23 dicembre) – Per il cinepanettone Natale a Beverly Hills arriva il bollino di film di «interesse culturale e nazionale» dalla Commissione Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e scoppia la polemica. Grazie a questa legge, infatti, la commedia natalizia diretta da Neri Parenti dal 18 dicembre nelle sale - e subito in vetta al boxoffice nel weekend prenatalizio - otterrebbe la speciale «qualifica di film d'essai», oltre a beneficiare di agevolazioni fiscali.
Una situazione che sarebbe inaccettabile per l'associazione dei cinema d'essai che chiede quindi che siano riviste con urgenza le norme. Mario Lorini, presidente della Fice, federazione italiana dei cinema d'essai sotto accusa la «attribuzione automatica della qualifica d'essai, ai film definiti di interesse culturale. La cosiddetta legge Urbanì del 2004, introducendo il criterio del 'reference system' per ovviare alla presunta pioggia di finanziamenti statali ad opere non ispirate a logiche di mercato, ha consentito di privilegiare film commercialmente più ambiziosi e strutturati, ai danni di autori ed opere più sperimentali e dalla minore resa al botteghino». «Questa tendenza - prosegue Lorini - oltre ad imbarazzare fortemente coloro che lavorano da decenni alla diffusione della cultura cinematografica e della diversità dell'offerta, si risolve in un sabotaggio dei vigenti sistemi di sostegno al cinema d'essai, sempre più omologato al cinema commerciale».
La decisione del ministero sul fim interpretato da Christian De Sica, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Michelle Hunziker, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi, è stata oggetto di critica anche da parte di Citto Maselli dell'Anac (Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici) che ha ritenuto il giudizio del ministero «un precedente di una gravità estrema».
ROMA (23 dicembre) – Per il cinepanettone Natale a Beverly Hills arriva il bollino di film di «interesse culturale e nazionale» dalla Commissione Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e scoppia la polemica. Grazie a questa legge, infatti, la commedia natalizia diretta da Neri Parenti dal 18 dicembre nelle sale - e subito in vetta al boxoffice nel weekend prenatalizio - otterrebbe la speciale «qualifica di film d'essai», oltre a beneficiare di agevolazioni fiscali.
Una situazione che sarebbe inaccettabile per l'associazione dei cinema d'essai che chiede quindi che siano riviste con urgenza le norme. Mario Lorini, presidente della Fice, federazione italiana dei cinema d'essai sotto accusa la «attribuzione automatica della qualifica d'essai, ai film definiti di interesse culturale. La cosiddetta legge Urbanì del 2004, introducendo il criterio del 'reference system' per ovviare alla presunta pioggia di finanziamenti statali ad opere non ispirate a logiche di mercato, ha consentito di privilegiare film commercialmente più ambiziosi e strutturati, ai danni di autori ed opere più sperimentali e dalla minore resa al botteghino». «Questa tendenza - prosegue Lorini - oltre ad imbarazzare fortemente coloro che lavorano da decenni alla diffusione della cultura cinematografica e della diversità dell'offerta, si risolve in un sabotaggio dei vigenti sistemi di sostegno al cinema d'essai, sempre più omologato al cinema commerciale».
La decisione del ministero sul fim interpretato da Christian De Sica, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Michelle Hunziker, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi, è stata oggetto di critica anche da parte di Citto Maselli dell'Anac (Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici) che ha ritenuto il giudizio del ministero «un precedente di una gravità estrema».
Sonia Drechsler- Moderatore
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Re: Il mondo alla rovescia
Chi si ricorda Red Ronnie,Massimo Boldi,Gerry Scotti candidati alle elezioni nel Psi?
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Re: Il mondo alla rovescia
Angelica Lean ha scritto:Natale a Beverly Hills film di interesse nazionale e culturale: è polemica
ROMA (23 dicembre) – Per il cinepanettone Natale a Beverly Hills arriva il bollino di film di «interesse culturale e nazionale» dalla Commissione Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e scoppia la polemica. Grazie a questa legge, infatti, la commedia natalizia diretta da Neri Parenti dal 18 dicembre nelle sale - e subito in vetta al boxoffice nel weekend prenatalizio - otterrebbe la speciale «qualifica di film d'essai», oltre a beneficiare di agevolazioni fiscali.
Una situazione che sarebbe inaccettabile per l'associazione dei cinema d'essai che chiede quindi che siano riviste con urgenza le norme. Mario Lorini, presidente della Fice, federazione italiana dei cinema d'essai sotto accusa la «attribuzione automatica della qualifica d'essai, ai film definiti di interesse culturale. La cosiddetta legge Urbanì del 2004, introducendo il criterio del 'reference system' per ovviare alla presunta pioggia di finanziamenti statali ad opere non ispirate a logiche di mercato, ha consentito di privilegiare film commercialmente più ambiziosi e strutturati, ai danni di autori ed opere più sperimentali e dalla minore resa al botteghino». «Questa tendenza - prosegue Lorini - oltre ad imbarazzare fortemente coloro che lavorano da decenni alla diffusione della cultura cinematografica e della diversità dell'offerta, si risolve in un sabotaggio dei vigenti sistemi di sostegno al cinema d'essai, sempre più omologato al cinema commerciale».
La decisione del ministero sul fim interpretato da Christian De Sica, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Michelle Hunziker, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi, è stata oggetto di critica anche da parte di Citto Maselli dell'Anac (Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici) che ha ritenuto il giudizio del ministero «un precedente di una gravità estrema».
non vedo di cosa scandalizzarsi....
ogni anno al cinema io vado a vedere il film di natale, natale a rio, natale in india ecc...quest'anno natale a beverly hills.
quale occasione migliore per far conoscere ai nostri figli come viene vissuto il natale all'estero?
i pieri angela del natale, desicaboldi ecc..., in modo boccaccesco, riescono ad instillare la cultura nelle nostre case...compito lasciato al solo emilio fede...in questi anni di oscurantismo medioevale cattocomunista.
Re: Il mondo alla rovescia
Carolus ha scritto:Angelica Lean ha scritto:Natale a Beverly Hills film di interesse nazionale e culturale: è polemica
ROMA (23 dicembre) – Per il cinepanettone Natale a Beverly Hills arriva il bollino di film di «interesse culturale e nazionale» dalla Commissione Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e scoppia la polemica. Grazie a questa legge, infatti, la commedia natalizia diretta da Neri Parenti dal 18 dicembre nelle sale - e subito in vetta al boxoffice nel weekend prenatalizio - otterrebbe la speciale «qualifica di film d'essai», oltre a beneficiare di agevolazioni fiscali.
Una situazione che sarebbe inaccettabile per l'associazione dei cinema d'essai che chiede quindi che siano riviste con urgenza le norme. Mario Lorini, presidente della Fice, federazione italiana dei cinema d'essai sotto accusa la «attribuzione automatica della qualifica d'essai, ai film definiti di interesse culturale. La cosiddetta legge Urbanì del 2004, introducendo il criterio del 'reference system' per ovviare alla presunta pioggia di finanziamenti statali ad opere non ispirate a logiche di mercato, ha consentito di privilegiare film commercialmente più ambiziosi e strutturati, ai danni di autori ed opere più sperimentali e dalla minore resa al botteghino». «Questa tendenza - prosegue Lorini - oltre ad imbarazzare fortemente coloro che lavorano da decenni alla diffusione della cultura cinematografica e della diversità dell'offerta, si risolve in un sabotaggio dei vigenti sistemi di sostegno al cinema d'essai, sempre più omologato al cinema commerciale».
La decisione del ministero sul fim interpretato da Christian De Sica, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Michelle Hunziker, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi, è stata oggetto di critica anche da parte di Citto Maselli dell'Anac (Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici) che ha ritenuto il giudizio del ministero «un precedente di una gravità estrema».
non vedo di cosa scandalizzarsi....
ogni anno al cinema io vado a vedere il film di natale, natale a rio, natale in india ecc...quest'anno natale a beverly hills.
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i pieri angela del natale, desicaboldi ecc..., in modo boccaccesco, riescono ad instillare la cultura nelle nostre case...compito lasciato al solo emilio fede...in questi anni di oscurantismo medioevale cattocomunista.
Re: Il mondo alla rovescia
L'anno prossimo si girerà Natale a Panama.
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Pallina: Pulcinella
U.M.: Arlechin Batocio, orbo da 'na recia e sordo da n'ocio
Elvira: trafficante di organi (ramo cornee)
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Fenton e Frida Maurer: due turisti tedeschi di passaggio
Matt McDonnell: il crudele poliziotto panamense
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Re: Il mondo alla rovescia
Sonia Drechsler ha scritto:L'anno prossimo si girerà Natale a Panama.
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Bellissimo, mi piace anche la parte di Colombina, ma chi sarà il mio Arlecchino?? U.M.?
Elvira trafficante di cornee è... geniale!!
Quanto al resto..................................... no comment
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Re: Il mondo alla rovescia
Ho cambiato il mio soprannome.
Sono cascato dalla sedia leggendo di Elvira
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Re: Il mondo alla rovescia
Sonia Drechsler ha scritto:L'anno prossimo si girerà Natale a Panama.
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Il carattere di Pantalone è quello del vecchio vizioso che insidia le giovani innamorate, le cortigiane, più spesso le servette della commedia.
sob...sob...io voglio insidiare l'arcigna doganiera
Re: Il mondo alla rovescia
Carolus ha scritto:Sonia Drechsler ha scritto:L'anno prossimo si girerà Natale a Panama.
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Il carattere di Pantalone è quello del vecchio vizioso che insidia le giovani innamorate, le cortigiane, più spesso le servette della commedia.
sob...sob...io voglio insidiare l'arcigna doganiera
Ma che doganiera Carolus, Pantalone da che mondo è mondo insidia Colombina, guarda che se non mi insidi nemmeno un po' mi offendo!!
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Re: Il mondo alla rovescia
Sonia Drechsler ha scritto:L'anno prossimo si girerà Natale a Panama.
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Comunque Angelica nella parte di Google Maps la voglio vedere!!
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Re: Il mondo alla rovescia
Eh ah si non l'ho mai detto ma imito google maps in maniera incredibile.Sveva ha scritto:Sonia Drechsler ha scritto:L'anno prossimo si girerà Natale a Panama.
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Comunque Angelica nella parte di Google Maps la voglio vedere!!
Re: Il mondo alla rovescia
Sveva ha scritto:Carolus ha scritto:
Il carattere di Pantalone è quello del vecchio vizioso che insidia le giovani innamorate, le cortigiane, più spesso le servette della commedia.
sob...sob...io voglio insidiare l'arcigna doganiera
Ma che doganiera Carolus, Pantalone da che mondo è mondo insidia Colombina, guarda che se non mi insidi nemmeno un po' mi offendo!!
No ma scusate ma nemmeno insidiata oltre che arcigna? non ho parole
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Re: Il mondo alla rovescia
Ma è una favola di Natale Nak
Anche Scrooge alla fine diventava buono
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Re: Il mondo alla rovescia
De Sica: il cinepanettone mantiene l'intero sistema
PARLA L'ATTORE DOPO LE POLEMICHE SUI CONTRIBUTI A «NATALE A BEVERLY HILLS»
De Sica: il cinepanettone
mantiene l'intero sistema
«I film raffinati fanno incassi penosi. Ma dirò meno parolacce»
Christian De Sica, lei è l’uomo del momento. Di «Natale a Beverly Hills» discutono ministri, editorialisti, fondazioni politiche.
«Mi fa piacere. Mi fa ancora più piacere il dato sugli incassi di Santo Stefano: 3 milioni di euro. In un solo giorno, più di due film nell’intera stagione. Va avanti così da 26 anni. E sa di chi è il merito? Mio».
Solo suo?
«Certo che no. Recito con attori bravissimi, in particolare Sabrina Ferilli, con cui formiamo proprio una bella coppia. Il regista Neri Parenti è molto bravo a tenere insieme il tutto, De Laurentiis èmolto bravo a venderlo. Ma la causa principale del successo è l’amore reciproco che mi lega al pubblico».
La definizione di «film d’essai» è parsa eccessiva.
«A parte che il ministro Bondi ha chiarito che non è proprio così, è evidente che definire "Natale a Beverly Hills" un film d’essai è una sciocchezza. Se il produttore ha chiesto soldi presentandolo come tale, ha sbagliato. I film di cassetta non hanno bisogno di finanziamenti pubblici. Se ho capito bene, però, non si tratta di aiuti ma di un credito d’imposta sugli incassi, da reinvestire in film artisticamente più complessi. Perché, vede, il famigerato cinepanettone mantiene l’intero cinema italiano».
Addirittura?
«Mi rendo conto che è un po’ cafone dirlo. Però è un dato di fatto. A parte un paio di capolavori, il resto dei film raffinati fa incassi penosi. Le opere dei registi e degli attori premiati dalla critica non le va a vedere nessuno».
A chi pensa?
«Col cavolo che glielo dico. Si legga l’elenco dei premiati».
«Natale a Beverly Hills» a Roma è in 31 sale su 57.
«Ma non per la benevolenza degli esercenti. Perché le sale sono piene. Se 31 sale dessero il film di Citto Maselli — e cito lui perché è un regista che stimo — sarebbero vuote. E non dipende dal genere cinematografico. Non basta mettere insieme un bel cast e fare un film leggero per avere successo. Si ricorda "Oggi sposi"? O "Commedia sexy"? Non han lasciato traccia. Un disastro».
La Fondazione di Fini ne fa una questione politico-culturale: la destra non dovrebbe confondere la popolarità con la volgarità.
«Ma se Fini ha appena detto "stronzo" in tv! Cosa vuole da me? Il punto è che il film di Natale è lo specchio dell’Italia di oggi. Cambia come cambia il Paese, in particolare la sua borghesia. Quarant’anni fa mio padre Vittorio faceva "Pane amore e fantasia", vale a dire il "Natale a Beverly Hills" dell’epoca. Ma quarant’anni fa i politici non dicevano le parolacce al tg, gli opinionisti non urlavano, i giornali non titolavano ogni giorno sui trans. Detto questo, io sono d’accordo con le critiche di Mereghetti, di Galli della Loggia, di Paolo D’Agostino».
Troppe parolacce?
«Sì. Vado sempre a rivedermi al cinema: quest’anno sono andato a Roma, all’Adriano, anche se son dovuto scappare perché mi volevano abbracciare tutti, i genitori, i figli, le ragazze, ognuno a chiamarmi "zio"... Ebbene, riconosco che nel film c’è qualche parolaccia inutile. E io non ho bisogno di parolacce per far ridere. La gente ride di più per i miei ammiccamenti».
Ne dirà meno?
«Sì. E poi il cinepanettone mi dà la popolarità per fare altre cose: recitare Cechov a teatro, cantare Gershwin. A febbraio esce il nuovo lavoro di Pupi Avati, "Il figlio più piccolo", un film sull’Italia di oggi. Ma tanto anche mio padre era tacciato di volgarità dalla critica. Quando morì, ne parlarono bene solo mio suocero, Mario Verdone, e Blasetti. Faceva "Teresa venerdì" e lo trovavano melodrammatico. Pure il suo neorealismo fu accolto male».
«Libero» la difende in prima pagina. Ma lei è di destra?
«Io sono nazionalpopolare. Un attore davvero amato non dovrebbe dichiarare il proprio voto: appartiene a tutti. Deve essere ermafrodito, senza un’appartenenza definita. Ho avuto un’educazione di sinistra perché sono figlio di Vittorio De Sica, il regista di "Umberto D", che comincia con uno sciopero, e sono figlioccio del grande Cesare Zavattini, che quando a 16 anni gli chiesi quale libro leggere mi indicò "Il Capitale" di Marx. Purtroppo, l’intellighentzia di sinistra, che si ritiene depositaria della cultura e dell’estetica, ha fatto danni enormi al Paese e alla sinistra stessa. Più delle veline di Canale 5. Se poi uno non ha né arte né parte, può sempre fare il critico cinematografico. Come quelli che discettano di calcio al bar».
Nell’ultimo film ci sono altri «figli di papà», Gassman e Tognazzi.
«Guardi, io potrei anche essere figlio di Papa Ratzinger, ma se non portassi la gente al cinema mi farebbero correre. Sono felice che siano tornati a recitare insieme Gassman e Tognazzi, che sono bravi ma a parte il teatro e gli spot hanno fatto l’ultimo film — "Testa di cocco" — tempo fa, e senza successo. In America le dinastie, dai Barrymore ai Douglas, sono rispettate. In Italia il figlio d’arte non è amato. Me lo ricordo, quando salivo e scendevo le scale dei produttori: "Ce sta er fijo de De Sica, ma cche vvò?"».
Berlusconi come lo trova?
«Simpaticissimo. Ho sofferto molto nel vederlo ferito. O lo uccidi, fai la rivoluzione; e posso capirlo, anche se ovviamente non condividerlo. Ma quello è stato un gesto cafone, basso, volgare, meschino, inutile. Da Italietta».
Come si trova con Ghini? Boldi non le manca?
«Ghini è bravissimo, capace di passare dal film sulle morti bianche alla farsa, il genere più difficile. Con Boldi ci sentiamo e ci rispettiamo, ma non abbiamo più progetti insieme».
Checco Zalone?
«Con Max Tortora e Ballantini, l’imitatore di Valentino, è l’unico comico che mi fa ridere. Certo, qualche parolaccia la dice pure Zalone... Del resto l’italiano non esiste; lo usi se reciti Dante o Shakespeare; altrimenti parli i dialetti, che sono pieni di maleparole. È l’Italia di oggi, a essere un Paese volgare. Io non invento nulla, interpreto personaggi autentici. Magari ora metterò in scena un politico che dice le parolacce. In "Natale a Beverly Hills" faccio un ex marchettaro, con la giacca giallo canarino e i capelli lunghi tinti di rosso. Non sono mica io, quello. Io sto partendo per New York con i capelli bianchi e la barba».
Aldo Cazzullo
28 dicembre 2009
PARLA L'ATTORE DOPO LE POLEMICHE SUI CONTRIBUTI A «NATALE A BEVERLY HILLS»
De Sica: il cinepanettone
mantiene l'intero sistema
«I film raffinati fanno incassi penosi. Ma dirò meno parolacce»
Christian De Sica, lei è l’uomo del momento. Di «Natale a Beverly Hills» discutono ministri, editorialisti, fondazioni politiche.
«Mi fa piacere. Mi fa ancora più piacere il dato sugli incassi di Santo Stefano: 3 milioni di euro. In un solo giorno, più di due film nell’intera stagione. Va avanti così da 26 anni. E sa di chi è il merito? Mio».
Solo suo?
«Certo che no. Recito con attori bravissimi, in particolare Sabrina Ferilli, con cui formiamo proprio una bella coppia. Il regista Neri Parenti è molto bravo a tenere insieme il tutto, De Laurentiis èmolto bravo a venderlo. Ma la causa principale del successo è l’amore reciproco che mi lega al pubblico».
La definizione di «film d’essai» è parsa eccessiva.
«A parte che il ministro Bondi ha chiarito che non è proprio così, è evidente che definire "Natale a Beverly Hills" un film d’essai è una sciocchezza. Se il produttore ha chiesto soldi presentandolo come tale, ha sbagliato. I film di cassetta non hanno bisogno di finanziamenti pubblici. Se ho capito bene, però, non si tratta di aiuti ma di un credito d’imposta sugli incassi, da reinvestire in film artisticamente più complessi. Perché, vede, il famigerato cinepanettone mantiene l’intero cinema italiano».
Addirittura?
«Mi rendo conto che è un po’ cafone dirlo. Però è un dato di fatto. A parte un paio di capolavori, il resto dei film raffinati fa incassi penosi. Le opere dei registi e degli attori premiati dalla critica non le va a vedere nessuno».
A chi pensa?
«Col cavolo che glielo dico. Si legga l’elenco dei premiati».
«Natale a Beverly Hills» a Roma è in 31 sale su 57.
«Ma non per la benevolenza degli esercenti. Perché le sale sono piene. Se 31 sale dessero il film di Citto Maselli — e cito lui perché è un regista che stimo — sarebbero vuote. E non dipende dal genere cinematografico. Non basta mettere insieme un bel cast e fare un film leggero per avere successo. Si ricorda "Oggi sposi"? O "Commedia sexy"? Non han lasciato traccia. Un disastro».
La Fondazione di Fini ne fa una questione politico-culturale: la destra non dovrebbe confondere la popolarità con la volgarità.
«Ma se Fini ha appena detto "stronzo" in tv! Cosa vuole da me? Il punto è che il film di Natale è lo specchio dell’Italia di oggi. Cambia come cambia il Paese, in particolare la sua borghesia. Quarant’anni fa mio padre Vittorio faceva "Pane amore e fantasia", vale a dire il "Natale a Beverly Hills" dell’epoca. Ma quarant’anni fa i politici non dicevano le parolacce al tg, gli opinionisti non urlavano, i giornali non titolavano ogni giorno sui trans. Detto questo, io sono d’accordo con le critiche di Mereghetti, di Galli della Loggia, di Paolo D’Agostino».
Troppe parolacce?
«Sì. Vado sempre a rivedermi al cinema: quest’anno sono andato a Roma, all’Adriano, anche se son dovuto scappare perché mi volevano abbracciare tutti, i genitori, i figli, le ragazze, ognuno a chiamarmi "zio"... Ebbene, riconosco che nel film c’è qualche parolaccia inutile. E io non ho bisogno di parolacce per far ridere. La gente ride di più per i miei ammiccamenti».
Ne dirà meno?
«Sì. E poi il cinepanettone mi dà la popolarità per fare altre cose: recitare Cechov a teatro, cantare Gershwin. A febbraio esce il nuovo lavoro di Pupi Avati, "Il figlio più piccolo", un film sull’Italia di oggi. Ma tanto anche mio padre era tacciato di volgarità dalla critica. Quando morì, ne parlarono bene solo mio suocero, Mario Verdone, e Blasetti. Faceva "Teresa venerdì" e lo trovavano melodrammatico. Pure il suo neorealismo fu accolto male».
«Libero» la difende in prima pagina. Ma lei è di destra?
«Io sono nazionalpopolare. Un attore davvero amato non dovrebbe dichiarare il proprio voto: appartiene a tutti. Deve essere ermafrodito, senza un’appartenenza definita. Ho avuto un’educazione di sinistra perché sono figlio di Vittorio De Sica, il regista di "Umberto D", che comincia con uno sciopero, e sono figlioccio del grande Cesare Zavattini, che quando a 16 anni gli chiesi quale libro leggere mi indicò "Il Capitale" di Marx. Purtroppo, l’intellighentzia di sinistra, che si ritiene depositaria della cultura e dell’estetica, ha fatto danni enormi al Paese e alla sinistra stessa. Più delle veline di Canale 5. Se poi uno non ha né arte né parte, può sempre fare il critico cinematografico. Come quelli che discettano di calcio al bar».
Nell’ultimo film ci sono altri «figli di papà», Gassman e Tognazzi.
«Guardi, io potrei anche essere figlio di Papa Ratzinger, ma se non portassi la gente al cinema mi farebbero correre. Sono felice che siano tornati a recitare insieme Gassman e Tognazzi, che sono bravi ma a parte il teatro e gli spot hanno fatto l’ultimo film — "Testa di cocco" — tempo fa, e senza successo. In America le dinastie, dai Barrymore ai Douglas, sono rispettate. In Italia il figlio d’arte non è amato. Me lo ricordo, quando salivo e scendevo le scale dei produttori: "Ce sta er fijo de De Sica, ma cche vvò?"».
Berlusconi come lo trova?
«Simpaticissimo. Ho sofferto molto nel vederlo ferito. O lo uccidi, fai la rivoluzione; e posso capirlo, anche se ovviamente non condividerlo. Ma quello è stato un gesto cafone, basso, volgare, meschino, inutile. Da Italietta».
Come si trova con Ghini? Boldi non le manca?
«Ghini è bravissimo, capace di passare dal film sulle morti bianche alla farsa, il genere più difficile. Con Boldi ci sentiamo e ci rispettiamo, ma non abbiamo più progetti insieme».
Checco Zalone?
«Con Max Tortora e Ballantini, l’imitatore di Valentino, è l’unico comico che mi fa ridere. Certo, qualche parolaccia la dice pure Zalone... Del resto l’italiano non esiste; lo usi se reciti Dante o Shakespeare; altrimenti parli i dialetti, che sono pieni di maleparole. È l’Italia di oggi, a essere un Paese volgare. Io non invento nulla, interpreto personaggi autentici. Magari ora metterò in scena un politico che dice le parolacce. In "Natale a Beverly Hills" faccio un ex marchettaro, con la giacca giallo canarino e i capelli lunghi tinti di rosso. Non sono mica io, quello. Io sto partendo per New York con i capelli bianchi e la barba».
Aldo Cazzullo
28 dicembre 2009
Ultima modifica di Angelica Lean il Mar Dic 29, 2009 2:38 am - modificato 1 volta.
Re: Il mondo alla rovescia
E la buonanima di suo padre ha sfondato la bara a forza di rivoltarsi.
Sonia Drechsler- Moderatore
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Sab Gen 25, 2014 5:10 pm Da Carolus
» Cobalto ???
Lun Feb 25, 2013 11:14 pm Da Alice Mastroianni
» In antepirma in streaming Amok Atoms for peace
Mar Feb 19, 2013 10:43 pm Da Angelica Lean
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» Virus DNS Changer
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» L'Angolo dello Sclero
Mer Giu 20, 2012 10:37 pm Da Carolus