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Le Orme:Storia del mio gruppo preferito italiano.
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Le Orme:Storia del mio gruppo preferito italiano.
Le Orme sono un gruppo musicale di rock progressivo italiano nato negli anni sessanta come gruppo beat; convenzionalmente forma con la Premiata Forneria Marconi e il Banco del Mutuo Soccorso la punta di diamante del progressive italiano, e uno di quelli che ha goduto di maggiore visibilità all'estero.
Negli ultimi anni il gruppo ha partecipato ad alcune tra le più importanti rassegne mondiali del genere. Il loro ultimo album in studio, L'infinito, è uscito nel 2004.
Il periodo beat-psichedelico: 1966-1970 [modifica] La nascita e l'origine del nome Il primo nucleo del gruppo si formò a Marghera, periferia industriale di Venezia, su iniziativa del chitarrista veneziano Nino Smeraldi e del ventunenne muranese Aldo Tagliapietra, fresco di vittoria di un concorso per giovani cantautori e insoddisfatto del gruppo dove suonava, i "Corals", la tipica cover band della fine degli anni sessanta. Fu così che fondarono Le Orme, insieme al bassista Claudio Galieti e al batterista Marino Rebeschini.
Il gruppo aveva inizialmente scelto di chiamarsi "Le Ombre", in omaggio agli inglesi Shadows, passione comune del gruppo, ma secondo la versione ufficiale, i quattro optarono invece per "Le Orme", per evitare ironici doppi sensi, in quanto "ombra" in lingua veneta significa anche "bicchiere di vino" (dal veneto n'ombra de vin, appena un po' di vino). Inoltre all'epoca già esisteva in Veneto un gruppo emergente con quel nome.
I primi singoli e Ad Gloriam [modifica] Rifiutata dalla Emi per la quale aveva fatto un provino, questa prima formazione incise un unico singolo, Fiori e colori (1967), prodotto da Tony Tasinato per la CAR Juke Box del maestro Carlo Alberto Rossi. Il singolo, secondo la moda dell'epoca, fu inciso anche in lingua inglese col titolo Flowers and Colours.
Appena un giorno dopo la pubblicazione, Rebeschini abbandonò il gruppo per adempiere agli obblighi di leva e venne sostituito alla batteria da Michi Dei Rossi, proveniente dal gruppo degli Hopopi, all'epoca il gruppo di punta della scena veneziana, i quali avevano appena partecipato al Festival Beat di Liverpool su invito dei Los Bravos.
Nel 1968 Le Orme, acquisita una certa fama grazie alle loro esibizioni dal vivo nell'allora rinomato locale Piper di Roma, incisero un nuovo singolo, Senti l'estate che torna. Con questo pezzo, anch'esso pubblicato pure in inglese col titolo Summer Comin', parteciparono al concorso canoro "Un disco per l'estate": per questa partecipazione fu ingaggiato un nuovo musicista, il tastierista Tony Pagliuca, fondatore dei disciolti Hopopi.
Alla fine dello stesso anno i cinque entrarono in sala di incisione per registrare il disco di debutto, Ad gloriam. Come diceva il titolo, il 33 giri fu inciso solamente "per la gloria", in quanto i cinque erano ben consci che l'operazione era rischiosa e che l'opera avrebbe avuto uno scarso riscontro commerciale, come infatti avvenne, e questo causò la fine dei rapporti con la CAR.
*In neretto estratti da Wikipedia.
Negli ultimi anni il gruppo ha partecipato ad alcune tra le più importanti rassegne mondiali del genere. Il loro ultimo album in studio, L'infinito, è uscito nel 2004.
Il periodo beat-psichedelico: 1966-1970 [modifica] La nascita e l'origine del nome Il primo nucleo del gruppo si formò a Marghera, periferia industriale di Venezia, su iniziativa del chitarrista veneziano Nino Smeraldi e del ventunenne muranese Aldo Tagliapietra, fresco di vittoria di un concorso per giovani cantautori e insoddisfatto del gruppo dove suonava, i "Corals", la tipica cover band della fine degli anni sessanta. Fu così che fondarono Le Orme, insieme al bassista Claudio Galieti e al batterista Marino Rebeschini.
Il gruppo aveva inizialmente scelto di chiamarsi "Le Ombre", in omaggio agli inglesi Shadows, passione comune del gruppo, ma secondo la versione ufficiale, i quattro optarono invece per "Le Orme", per evitare ironici doppi sensi, in quanto "ombra" in lingua veneta significa anche "bicchiere di vino" (dal veneto n'ombra de vin, appena un po' di vino). Inoltre all'epoca già esisteva in Veneto un gruppo emergente con quel nome.
I primi singoli e Ad Gloriam [modifica] Rifiutata dalla Emi per la quale aveva fatto un provino, questa prima formazione incise un unico singolo, Fiori e colori (1967), prodotto da Tony Tasinato per la CAR Juke Box del maestro Carlo Alberto Rossi. Il singolo, secondo la moda dell'epoca, fu inciso anche in lingua inglese col titolo Flowers and Colours.
Appena un giorno dopo la pubblicazione, Rebeschini abbandonò il gruppo per adempiere agli obblighi di leva e venne sostituito alla batteria da Michi Dei Rossi, proveniente dal gruppo degli Hopopi, all'epoca il gruppo di punta della scena veneziana, i quali avevano appena partecipato al Festival Beat di Liverpool su invito dei Los Bravos.
Nel 1968 Le Orme, acquisita una certa fama grazie alle loro esibizioni dal vivo nell'allora rinomato locale Piper di Roma, incisero un nuovo singolo, Senti l'estate che torna. Con questo pezzo, anch'esso pubblicato pure in inglese col titolo Summer Comin', parteciparono al concorso canoro "Un disco per l'estate": per questa partecipazione fu ingaggiato un nuovo musicista, il tastierista Tony Pagliuca, fondatore dei disciolti Hopopi.
Alla fine dello stesso anno i cinque entrarono in sala di incisione per registrare il disco di debutto, Ad gloriam. Come diceva il titolo, il 33 giri fu inciso solamente "per la gloria", in quanto i cinque erano ben consci che l'operazione era rischiosa e che l'opera avrebbe avuto uno scarso riscontro commerciale, come infatti avvenne, e questo causò la fine dei rapporti con la CAR.
*In neretto estratti da Wikipedia.
Re: Le Orme:Storia del mio gruppo preferito italiano.
La svolta alternativa Nel 1969 gli obblighi di leva costrinsero anche Galieti all'abbandono: fu lo stesso Tagliapietra a sostituirlo al basso. Dei Rossi, anch'esso chiamato alle armi, rimase comunque in formazione, venendo sostituito per un breve periodo da tale Dave Baker, un inglese, con il quale incisero prima il singolo Irene e quindi un singolo con due cover decisamente inconsuete per l'epoca, almeno in Italia: una breve riproposizione del Concerto brandeburghese n. 3 di Johann Sebastian Bach e Blue Rondò à la Turk, standard di Dave Brubeck.
L'incisione di questo singolo rappresentò, di fatto, la genesi del rock progressivo italiano, ma fu pubblicata solamente nel 1973 in quanto nel 1969 non fu considerato adatto al pubblico italiano. Questi due pezzi segnarono inoltre la svolta musicale del gruppo che abbandonava così per sempre le facili note del Beat.
In quel periodo il gruppo incise e pubblicò altri 45 giri, i quali furono raccolti in L'aurora delle Orme, una sorta di compilation che, essendo uscita senza l'autorizzazione del gruppo, fu presto ritirata dal mercato: verrà ripubblicato solo molti anni dopo.
Le divergenze di opinione tra Pagliuca, che voleva incentrare il suono del gruppo sulla tastiera e Smeraldi, che voleva invece puntare sulla propria chitarra solista, fu la causa dell'uscita di quest'ultimo.
Smeraldi non fu sostituito, e così il gruppo in breve tempo si trovò da quintetto a terzetto, ovvero in quella che viene generalmente identificata come la "formazione classica": Tagliapietra al basso, chitarre e voce, Pagliuca alle tastiere e Dei Rossi alla batteria.
L'incisione di questo singolo rappresentò, di fatto, la genesi del rock progressivo italiano, ma fu pubblicata solamente nel 1973 in quanto nel 1969 non fu considerato adatto al pubblico italiano. Questi due pezzi segnarono inoltre la svolta musicale del gruppo che abbandonava così per sempre le facili note del Beat.
In quel periodo il gruppo incise e pubblicò altri 45 giri, i quali furono raccolti in L'aurora delle Orme, una sorta di compilation che, essendo uscita senza l'autorizzazione del gruppo, fu presto ritirata dal mercato: verrà ripubblicato solo molti anni dopo.
Le divergenze di opinione tra Pagliuca, che voleva incentrare il suono del gruppo sulla tastiera e Smeraldi, che voleva invece puntare sulla propria chitarra solista, fu la causa dell'uscita di quest'ultimo.
Smeraldi non fu sostituito, e così il gruppo in breve tempo si trovò da quintetto a terzetto, ovvero in quella che viene generalmente identificata come la "formazione classica": Tagliapietra al basso, chitarre e voce, Pagliuca alle tastiere e Dei Rossi alla batteria.
Re: Le Orme:Storia del mio gruppo preferito italiano.
Primo album delle Orme "Ad Gloriam" uscito nel 1969 per la CAR Juke Box.
Re: Le Orme:Storia del mio gruppo preferito italiano.
Sempre da Ad Gloriam continuiamo con un pezzo dedicato a Mita Medici.
Primo grande successo:"Senti l'estate che torna".
commento da youtube:cipri91, li scopro adesso...ho 19 anni...sono stati formidabili!!!
Primo grande successo:"Senti l'estate che torna".
commento da youtube:cipri91, li scopro adesso...ho 19 anni...sono stati formidabili!!!
Re: Le Orme:Storia del mio gruppo preferito italiano.
Il periodo progressive: 1970-1980 - Dopo l'uscita di Smeraldi, Pagliuca è il primo dei musicisti italiani ad intuire che la musica beat è ormai al tramonto e che il nuovo pop sinfonico proveniente dall'Inghilterra sarà a breve un successo anche in Italia. Ne avrà conferma nel suo primo viaggio a Londra dove incontra Armando Gallo, giornalista-fotografo della rivista specializzata Ciao 2001, che lo introduce nella Londra post Beatles popolata da gruppi come Quatermass, Nice, Yes, e Emerson, Lake & Palmer. Tornato a Venezia convince i compagni de Le Orme (Aldo Tagliapietra e Michi dei Rossi) a sperimentare e sviluppare nuovi linguaggi musicali. Ne nasce anche un viaggio all'Isola di Wight, per "toccare con mano" la nuova onda rock al Festival del 1970.
Collage e Uomo di pezza [modifica] Il terzetto cambiò quindi casa discografica, passando prima alla Telegram (un'affiliata della Phonogram) e quindi alla Philips, con la quale realizzò il singolo Il profumo delle viole e, nel 1971, l'album Collage.
Il disco, realizzato con l'apporto decisivo del produttore Giampiero Reverberi, e molto influenzato dall'ascolto dei Quatermass, è convenzionalmente considerato il primo disco di rock progressivo italiano, e fece da apripista a questo "nuovo" genere musicale che da lì a pochissimo tempo avrebbe imperversato in tutto il paese.
Il disco è caratterizzato dalle sonorità tipiche del genere: arrangiamenti sinfonici, fughe strumentali, utilizzo massiccio di tastiere. I brani Era inverno e Morte di un fiore parlano rispettivamente di prostituzione e di una morte violenta (dovuta forse a overdose): sarà una caratteristica piuttosto costante del gruppo il voler affrontare, con le proprie canzoni, tematiche scottanti o, all'epoca, piuttosto tabù.
A mancare in questo disco, per le ovvie limitazioni della formazione a tre, è la presenza di un quarto elemento come ad esempio quella una chitarra solista significativa: una limitazione alla quale il gruppo porrà rimedio forse troppo in ritardo e che gli costerà in termini di resa dal vivo.
Nel 1972, dopo un periodo di riposo in Sardegna, Le Orme realizzarono l'album Uomo di pezza, una sorta di concept album che sarà uno dei loro maggiori successi, e il primo loro disco d'oro. Questo soprattutto grazie al 45 giri Gioco di bimba, che affronta il tema dell'abuso sessuale perpetrato nei confronti di una ragazza molto giovane, che fa da contraltare ad un canto e ad una sonorità trasognati e fiabeschi. Una novità portata da questo disco è la copertina, per la quale per la prima volta in Italia viene ingaggiato un pittore, Walter Mac Mazzieri. Nello strumentale Alienazione emerge a pieno l'influenza di gruppi come Emerson, Lake & Palmer.
A partire dal dicembre dello stesso anno Peter Hammill, leader dei Van Der Graaf Generator, partecipò come ospite fisso nel tour teatrale del gruppo.
Collage e Uomo di pezza [modifica] Il terzetto cambiò quindi casa discografica, passando prima alla Telegram (un'affiliata della Phonogram) e quindi alla Philips, con la quale realizzò il singolo Il profumo delle viole e, nel 1971, l'album Collage.
Il disco, realizzato con l'apporto decisivo del produttore Giampiero Reverberi, e molto influenzato dall'ascolto dei Quatermass, è convenzionalmente considerato il primo disco di rock progressivo italiano, e fece da apripista a questo "nuovo" genere musicale che da lì a pochissimo tempo avrebbe imperversato in tutto il paese.
Il disco è caratterizzato dalle sonorità tipiche del genere: arrangiamenti sinfonici, fughe strumentali, utilizzo massiccio di tastiere. I brani Era inverno e Morte di un fiore parlano rispettivamente di prostituzione e di una morte violenta (dovuta forse a overdose): sarà una caratteristica piuttosto costante del gruppo il voler affrontare, con le proprie canzoni, tematiche scottanti o, all'epoca, piuttosto tabù.
A mancare in questo disco, per le ovvie limitazioni della formazione a tre, è la presenza di un quarto elemento come ad esempio quella una chitarra solista significativa: una limitazione alla quale il gruppo porrà rimedio forse troppo in ritardo e che gli costerà in termini di resa dal vivo.
Nel 1972, dopo un periodo di riposo in Sardegna, Le Orme realizzarono l'album Uomo di pezza, una sorta di concept album che sarà uno dei loro maggiori successi, e il primo loro disco d'oro. Questo soprattutto grazie al 45 giri Gioco di bimba, che affronta il tema dell'abuso sessuale perpetrato nei confronti di una ragazza molto giovane, che fa da contraltare ad un canto e ad una sonorità trasognati e fiabeschi. Una novità portata da questo disco è la copertina, per la quale per la prima volta in Italia viene ingaggiato un pittore, Walter Mac Mazzieri. Nello strumentale Alienazione emerge a pieno l'influenza di gruppi come Emerson, Lake & Palmer.
A partire dal dicembre dello stesso anno Peter Hammill, leader dei Van Der Graaf Generator, partecipò come ospite fisso nel tour teatrale del gruppo.
Re: Le Orme:Storia del mio gruppo preferito italiano.
77sigmundfreud8 mesi faHai centrato in pieno con l'accostamento ai Pink Floyd ..........Può essere anche a livello di "The waiting room dei Genesis"
fluo8919 mesi fa stupenda da sogno a livello di shine on your crazy diamond dei pink floyd
robyrock598 mesi fa Uno dei pezzi piu' belli che hanno creato,emozionante.
peppe1968roma11 mesi fa Che pezzone! Un capolavoro!
irisanto881 anno fa bellissima scoperta, se è possibile, amo sempre di più questo grande gruppo!
Re: Le Orme:Storia del mio gruppo preferito italiano.
Live
LE ORME nel 1968. I componenti del complesso erano, Claudio Galietti (bs), Tony Pagliuca (org), Aldo Tagliapietra (ch, vc), Miki Dei Rossi (bt) e Nino Smeraldi (ch). SENTI L'ESTATE CHE TORNA: musica di Giuseppe Damele e Italo Salizzato; versi di Nino Smeraldi.
LE ORME nel 1968. I componenti del complesso erano, Claudio Galietti (bs), Tony Pagliuca (org), Aldo Tagliapietra (ch, vc), Miki Dei Rossi (bt) e Nino Smeraldi (ch). SENTI L'ESTATE CHE TORNA: musica di Giuseppe Damele e Italo Salizzato; versi di Nino Smeraldi.
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