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Google: “JPEG ha i giorni contati”
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Google: “JPEG ha i giorni contati”
Google: “JPEG ha i giorni contati”
Presentato WebP, un nuovo formato di compressione per le immagini sul web. Consentirebbe un risparmio del 39% rispetto allo storico standard
a cura della Redazione Computerworld
Ci riprovano a buttare giù dal trono il formato JPEG, lo storico standard di compressione delle immagini di tipo ‘lossy’. Ci prova questa volta nientemeno che Google, che con un annuncio dei suoi si è detta decisa a pensionare lo standard JPEG dopo quasi vent’anni di onorata carriera, e di sostituirlo con il più moderno ed efficiente, almeno così sostiene, WebP.
Stando a quanto afferma Google, il nuovo formato WebP – anch’esso chiaramente di tipo ‘lossy’, ovvero con perdita di qualità dovuta alla compressione – consentirebbe di guadagnare il 39% di peso sul JPEG e su altri formati web allo stesso grado di compressione. Ovvero, darebbe come risultato file grafici molto più leggeri in termini di byte occupati rispetto al JPEG, pur con lo stesso risultato in termini di qualità ottenuta.
Google spiega che in media elementi grafici come le immagini e le foto costituiscono oggigiorno fino al 65% dei dati trasmessi per ogni singola pagina web. Riducendo significativamente il peso di tali elementi si otterrebbe quindi un minor tempo di caricamento delle pagine stesse, e perciò una navigazione più veloce e snella anche da parte di chi non possiede connessioni particolarmente performanti.
WebP, che viene proposto da Google gratuitamente in open source, si basa sul motore di compressione del codec VP8, già visto come base anche del formato video WebM. Come afferma Google, VP8 consentirebbe di raggiungere risultati migliori che con lo standard JPEG perché in grado di sfruttare un nuovo algoritmo di compressione capace di estrapolare il valore di un singolo blocco di dati rispetto alle porzioni di dati circostanti e di codificare con più accuratezza la differenza tra il valore reale e quello previsto di compressione.
Dunque Google ha deciso, bontà sua, di pensionare il formato JPEG. Ma ci riuscirà? Sulla carta il colosso californiano pare sicuro del fatto suo, nella pratica già altri ci hanno provato con scarsi risultati (JPEG 2000 per fare un esempio). Inoltre, gli stessi test compiuti da Google per dimostrare la capacità di compressione di WebP pare non abbiano seguito un protocollo, diciamo, prettamente scientifico.
Il tentativo comunque è salutato positivamente, se non altro per l’età ormai dimostrata dal formato JPEG. (sm)
Presentato WebP, un nuovo formato di compressione per le immagini sul web. Consentirebbe un risparmio del 39% rispetto allo storico standard
a cura della Redazione Computerworld
Ci riprovano a buttare giù dal trono il formato JPEG, lo storico standard di compressione delle immagini di tipo ‘lossy’. Ci prova questa volta nientemeno che Google, che con un annuncio dei suoi si è detta decisa a pensionare lo standard JPEG dopo quasi vent’anni di onorata carriera, e di sostituirlo con il più moderno ed efficiente, almeno così sostiene, WebP.
Stando a quanto afferma Google, il nuovo formato WebP – anch’esso chiaramente di tipo ‘lossy’, ovvero con perdita di qualità dovuta alla compressione – consentirebbe di guadagnare il 39% di peso sul JPEG e su altri formati web allo stesso grado di compressione. Ovvero, darebbe come risultato file grafici molto più leggeri in termini di byte occupati rispetto al JPEG, pur con lo stesso risultato in termini di qualità ottenuta.
Google spiega che in media elementi grafici come le immagini e le foto costituiscono oggigiorno fino al 65% dei dati trasmessi per ogni singola pagina web. Riducendo significativamente il peso di tali elementi si otterrebbe quindi un minor tempo di caricamento delle pagine stesse, e perciò una navigazione più veloce e snella anche da parte di chi non possiede connessioni particolarmente performanti.
WebP, che viene proposto da Google gratuitamente in open source, si basa sul motore di compressione del codec VP8, già visto come base anche del formato video WebM. Come afferma Google, VP8 consentirebbe di raggiungere risultati migliori che con lo standard JPEG perché in grado di sfruttare un nuovo algoritmo di compressione capace di estrapolare il valore di un singolo blocco di dati rispetto alle porzioni di dati circostanti e di codificare con più accuratezza la differenza tra il valore reale e quello previsto di compressione.
Dunque Google ha deciso, bontà sua, di pensionare il formato JPEG. Ma ci riuscirà? Sulla carta il colosso californiano pare sicuro del fatto suo, nella pratica già altri ci hanno provato con scarsi risultati (JPEG 2000 per fare un esempio). Inoltre, gli stessi test compiuti da Google per dimostrare la capacità di compressione di WebP pare non abbiano seguito un protocollo, diciamo, prettamente scientifico.
Il tentativo comunque è salutato positivamente, se non altro per l’età ormai dimostrata dal formato JPEG. (sm)
Re: Google: “JPEG ha i giorni contati”
eh...
poi t trovi il cliente ke vuole poztare zul zito la foto dell'hotel a grandessa naturale zcattata in 84.000.000.001 pixel e "mi raccomando ke rimanga in bmp xke' zenno' perde di qualita'!"
poi t trovi il cliente ke vuole poztare zul zito la foto dell'hotel a grandessa naturale zcattata in 84.000.000.001 pixel e "mi raccomando ke rimanga in bmp xke' zenno' perde di qualita'!"
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