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Messaggio Da Angelica Lean Gio Dic 10, 2009 10:15 pm

Cosentino, la Camera nega l'arresto Voti contrari anche dall'opposizione

MONTECITORIO RESPINGE ANCHE LE MOZIONI DI SFIDUCIA DI PD, IDV E UDC
Cosentino, la Camera nega l'arresto
Voti contrari anche dall'opposizione
Negata l'autorizzazione chiesta dalla Procura di Napoli che indaga il sottosegretario per rapporti con la camorra

ROMA - L'aula della Camera ha negato l'autorizzazione all'arresto di Nicola Cosentino. Il sottosegretario all'Economia, candidato in pectore per il Pdl alla guida della Regione Campania, è indagato per rapporti con la camorra e accusato dai pentiti di essere il referente politico del clan dei Casalesi. Con il loro voti i deputati hanno confermato la decisione assunta nei giorni scorsi dalla Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio. Contro l'arresto hanno votato in 360. A conti fatti dunque il no alla richiesta di arresto per il sottosegretario è passata in Aula con 51 voti in più rispetto al numeri di deputati della maggioranza (Pdl più Lega) presenti a Montecitorio. Ma tra i 226 voti favorevoli all'arresto si contano anche undici preferenze in più rispetto alla somma dei parlamentari di Pd e Idv presenti. Il voto è stato a scrutinio segreto, ma è ipotizzabile che quei 51 siano i 25 presenti del gruppo misto (di cui fa parte l'Api di Francesco Rutelli che in dichiarazione di voto ha detto che avrebbe votato con la maggioranza) così come l'Mpa; i cinque radicali presenti (Marco Beltrandi non c'era) che hanno dichiarato che avrebbero detto no all'arresto e una buona fetta dell'Udc (presumibilmente una ventina di deputati) che non aveva dato un'indicazione di voto.
«UN VOTO CHE HA OLTREPASSATO GLI SCHIERAMENTI» - «Prendo atto che c'è stato un voto che ha oltrepassato tutti gli schieramenti, al di là della stretta maggioranza» è stato il primo commento dello stesso Cosentino. Il quale, a risultato ottenuto, dice di «non aver avuto timore del voto segreto» perché «sapevo - spiega -, visto l'appoggio che ho avuto dai colleghi, che non poteva finire che con il diniego» alla richiesta di arresto per «un provvedimento che io continuo a ritenere abnorme» e che contiene «accuse infamanti».

BOCCIATE LE MOZIONI DI SFIDUCIA DI PD, IDV E UDC - Nel tardo pomeriggio l'aula di Montecitorio ha respinto le mozioni di sfiducia presentate da Pd, Udc e Idv nei confronti del sottosegretario. «Chiediamo le dimissioni del sottosegretario Cosentin - aveva detto nella dichiarazione di voto sulla mozione il deputato del Pd Andrea Orlando - perché le 300 pagine che motivano il suo arresto, i numerosi articoli non smentiti, le indagini dell'Antimafia, fanno emergere lo spaccato di una realtà della quale egli è parte. Per questo la sua permanenza al governo indebolisce la forza delle istituzioni. Cosentino fa la vittima, sostenendo che paga la sua origine: a noi interessa di più che la gente del suo territorio trovi la forza di ribellarsi alla Camorra». Su tutte e tre le mozioni Pdl e Lega hanno votato contro tranne il finiano Fabio Granata, che si è sempre astenuto: la sua lucina bianca era l'unica accesa tra tutte quelle rosse dei colleghi del Pdl. Su tutti i documenti si sono astenuti i deputati radicali. L'Udc si è astenuta sulla mozione dell'Idv.

IL NODO DELLA CANDIDATURA - Resta ora da sciogliere il nodo sulla candidatura di Cosentino alla guida della Regione Campania. Secondo alcune indiscrezioni, una volta incassata la fiducia della maggioranza attraverso il no alla Procura, il sottosegretario potrebbe essere disposto a fare autonomamente un passo indietro, revocando la propria candidatura alla carica di Governatore. «Sulla mia candidatura non decidiamo né io né Fini» ha però detto Cosentino dopo il voto della Camera riferendosi all'invito a fare un passo indietro manifestatogli in più di una occasione dal presidente della Camera. «Io stimo e rispetto Fini - ha detto Cosentino - ed è chiaro che il suo pensiero conta, è il cofondatore del partito. Ma sulla candidatura non decidiamo né io né Fini. Saranno l'ufficio di presidenza del partito, il presidente Berlusconi e il coordinamento regionale a decidere». Cosentino, poi, ha rivela di aver sentito al telefono Berlusconi una settimana fa: «Mi ha tranquillizzato, mi ha detto di stare sereno e che non credeva all'impianto accusatorio».
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