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Accordo Pomigliano
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Accordo Pomigliano
Pardon...io non riesco a capire perchè la Fiom dice no a tutti i costi.
Non vorrei dire, ma una azienda sta chiedendo delle garanzie certe x iniziare un percorso importante....la garanzia del non assenteismo , dell'esserci ed insieme all'azienda portare avanti il progetto....
L'azienda dice.....noi dobbiamo farlo, vorremmo farlo con voi, ma senza garanzie preferiamo andare all'estero!
Perchè opporsi....me lo spiegate?
Non ho cpito bene la storia dello sciopero...ma da quel che il mio neurone stanco ha compreso si chiede ai sindacati di non esagerare e di mantenere gli accordi....non si dice al dipendente di non andare a scioperare...ma forse si chiede di non esagerare ?
Spiegatemi vi prego....io trovo assurdo che ci si opponga a garantire posti di lavoro pagati regolarmente....
Non vorrei dire, ma una azienda sta chiedendo delle garanzie certe x iniziare un percorso importante....la garanzia del non assenteismo , dell'esserci ed insieme all'azienda portare avanti il progetto....
L'azienda dice.....noi dobbiamo farlo, vorremmo farlo con voi, ma senza garanzie preferiamo andare all'estero!
Perchè opporsi....me lo spiegate?
Non ho cpito bene la storia dello sciopero...ma da quel che il mio neurone stanco ha compreso si chiede ai sindacati di non esagerare e di mantenere gli accordi....non si dice al dipendente di non andare a scioperare...ma forse si chiede di non esagerare ?
Spiegatemi vi prego....io trovo assurdo che ci si opponga a garantire posti di lavoro pagati regolarmente....
Re: Accordo Pomigliano
lo straordinario obbligatorio passa da 40 a 120 ore annue con possibilità per l’azienda di
comandarlo come 18° turno, nella mezz’ora di pausa mensa, nei giorni di riposo, per recuperi
produttivi anche dovuti a non consegna delle forniture;
le pause sui montaggi si riducono da 40 a 30 minuti giornalieri;
si può derogare al riposo di almeno 11 ore previste dalla legge da un turno all’altro per il singolo
lavoratore;
l’azienda può decidere di non pagare il trattamento di malattia contrattualmente previsto a suo
carico;
l’azienda può modificare le mansioni del lavoratore senza rispettare il principio dell’equivalenza
delle mansioni;
l’azienda ricorre per 2 anni alla Cigs per ristrutturazione senza rotazione, con l’obbligo del
lavoratore alla formazione senza alcuna integrazione al reddito.
Inoltre, la proposta ultimativa della Fiat contiene un sistema sanzionatorio nei confronti delle
organizzazioni sindacali, delle Rsu e delle singole lavoratrici e lavoratori che cancella il diritto alla
contrattazione collettiva fino a violare le norme della nostra Costituzione in materia di diritto di sciopero e
licenziabilità.
comandarlo come 18° turno, nella mezz’ora di pausa mensa, nei giorni di riposo, per recuperi
produttivi anche dovuti a non consegna delle forniture;
le pause sui montaggi si riducono da 40 a 30 minuti giornalieri;
si può derogare al riposo di almeno 11 ore previste dalla legge da un turno all’altro per il singolo
lavoratore;
l’azienda può decidere di non pagare il trattamento di malattia contrattualmente previsto a suo
carico;
l’azienda può modificare le mansioni del lavoratore senza rispettare il principio dell’equivalenza
delle mansioni;
l’azienda ricorre per 2 anni alla Cigs per ristrutturazione senza rotazione, con l’obbligo del
lavoratore alla formazione senza alcuna integrazione al reddito.
Inoltre, la proposta ultimativa della Fiat contiene un sistema sanzionatorio nei confronti delle
organizzazioni sindacali, delle Rsu e delle singole lavoratrici e lavoratori che cancella il diritto alla
contrattazione collettiva fino a violare le norme della nostra Costituzione in materia di diritto di sciopero e
licenziabilità.
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Re: Accordo Pomigliano
Non capisco come il ministro del lavoro non prenda Marchionne per le palle e gli rammenti i soldi statali che si e' presa la Fiat fra incentivi e casse integrazione.
Vuola andare a produrre in Polonia? Rendesse quanto dato finora.
Duecento anni di lotte sindacali.... mah... presto saremo prima tutti precari, poi magari anche schiavi.
E la colpa comunque e' di una classe operaia scellerata che vota a destra per lorsignori o per i loro compari in cravatta verde.
Vuola andare a produrre in Polonia? Rendesse quanto dato finora.
Duecento anni di lotte sindacali.... mah... presto saremo prima tutti precari, poi magari anche schiavi.
E la colpa comunque e' di una classe operaia scellerata che vota a destra per lorsignori o per i loro compari in cravatta verde.
Ospite- Ospite
Re: Accordo Pomigliano
Helmer ha scritto:Non capisco come il ministro del lavoro non prenda Marchionne per le palle e gli rammenti i soldi statali che si e' presa la Fiat fra incentivi e casse integrazione.
Vuola andare a produrre in Polonia? Rendesse quanto dato finora.
Duecento anni di lotte sindacali.... mah... presto saremo prima tutti precari, poi magari anche schiavi.
E la colpa comunque e' di una classe operaia scellerata che vota a destra per lorsignori o per i loro compari in cravatta verde.
Oltretutto un'azienda che da anni privatizza i guadagni e socializza le perdite
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Re: Accordo Pomigliano
Qui il discorso è diverso.
Io azienda non posso supportare i costi italiani dalle tasse alle spese personale .
Io azienda me ne vado in polonia ad investire e ci risparmio e do lavoro ad un paese in crescita etc etc
Io azienda non ho alcun vantaggio a tornare a investire in Italia
Io azienda sono consapevole che se non ci investo tutte le piccole aziende che mi girano intorno moriranno e il personale sarà a piedi senza lavoro.
Io azienda faccio una scelta epocale (come azienda sia chiaro, come azienda) decido di tornare a investire in Italia, sobbarcandomi costi di molto superiori alla polonia, ma in cambio chiedo le stesse cose che ho in polonia.
Io azienda sto spendendo di più ma pretendo almeno la stessa cosa.
Okei...possiamo dire di no...è tutto ingiusto etc etc..... ma io sono una azienda penso al mio interesse è già tanto che mi offra di tornare e spendere di più.....a me non conviene comunque......
***************************
Io stato sono tentata assolutamente a sostenere la proposta perchè mi garantisce posti di lavoro, tasse pagate e soprattutto una ripresa degli investimenti in Italia.
Io stato sono propensa a dire appoggio la richiesta ma ......
okei alle tue richieste, ma anche io ho le mie.
Se i lavoratori non le accettano e quindi tu vai in polonia io pretendo che:
sulla cinquecento ci sia scritto made in polonia
tu mi restituisca tutti i soldi degli incentivi che ti ho dato in questi 2 anni
tu mi restituisca tutti i soldi della cassaintegrazione che ti ho dato in questi 2 anni.
Allora puoi anche andartene in polonia.
Io azienda non posso supportare i costi italiani dalle tasse alle spese personale .
Io azienda me ne vado in polonia ad investire e ci risparmio e do lavoro ad un paese in crescita etc etc
Io azienda non ho alcun vantaggio a tornare a investire in Italia
Io azienda sono consapevole che se non ci investo tutte le piccole aziende che mi girano intorno moriranno e il personale sarà a piedi senza lavoro.
Io azienda faccio una scelta epocale (come azienda sia chiaro, come azienda) decido di tornare a investire in Italia, sobbarcandomi costi di molto superiori alla polonia, ma in cambio chiedo le stesse cose che ho in polonia.
Io azienda sto spendendo di più ma pretendo almeno la stessa cosa.
Okei...possiamo dire di no...è tutto ingiusto etc etc..... ma io sono una azienda penso al mio interesse è già tanto che mi offra di tornare e spendere di più.....a me non conviene comunque......
***************************
Io stato sono tentata assolutamente a sostenere la proposta perchè mi garantisce posti di lavoro, tasse pagate e soprattutto una ripresa degli investimenti in Italia.
Io stato sono propensa a dire appoggio la richiesta ma ......
okei alle tue richieste, ma anche io ho le mie.
Se i lavoratori non le accettano e quindi tu vai in polonia io pretendo che:
sulla cinquecento ci sia scritto made in polonia
tu mi restituisca tutti i soldi degli incentivi che ti ho dato in questi 2 anni
tu mi restituisca tutti i soldi della cassaintegrazione che ti ho dato in questi 2 anni.
Allora puoi anche andartene in polonia.
Re: Accordo Pomigliano
In questo post c'è Io azienda e Io stato. Manca Io lavoratore.
Marchionne non credo sia un "padrone delle ferriere" vecchio stampo. Mi pare un manager "illuminato", pur con gli italici limiti. La crisi in corso richiede dei sacrifici, e chi meglio della massa può farsene carico? E' questa visione ereditata dal secondo millennio ad essere errata ed obsoleta, secondo me. La carne da cannone mandata al macello per conquistare una quota denominata con un numero, la classe lavoratrice umiliata, decenni di conquiste per un vivere migliore buttati nel cesso. La stessa classe lavoratrice caduta nella trappola del divide et impera, che vota in massa per i suoi sfruttatori.
Che rinuncia ai suoi diritti sotto ricatto.
Marchionne non credo sia un "padrone delle ferriere" vecchio stampo. Mi pare un manager "illuminato", pur con gli italici limiti. La crisi in corso richiede dei sacrifici, e chi meglio della massa può farsene carico? E' questa visione ereditata dal secondo millennio ad essere errata ed obsoleta, secondo me. La carne da cannone mandata al macello per conquistare una quota denominata con un numero, la classe lavoratrice umiliata, decenni di conquiste per un vivere migliore buttati nel cesso. La stessa classe lavoratrice caduta nella trappola del divide et impera, che vota in massa per i suoi sfruttatori.
Che rinuncia ai suoi diritti sotto ricatto.
Sonia Drechsler- Moderatore
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Re: Accordo Pomigliano
quella fabbrica senza speranza, imposta dai politici
ABANO - "Il vecchio Henry Ford diceva: quando passa un' Alfa io mi tolgo il cappello. Adesso è l' Alfa che si toglie il cappello di fronte alla Ford. E' una grande vergogna. Io mi sento amareggiato, umiliato. C' è una cultura operaia, una cultura tecnica e manageriale che ha dato tutto all' Alfa Romeo. E ora la vendono al migliore offerente. Se siamo al meretricio, Ford è un buon cliente". Giuseppe Luraghi è ad Abano per i fanghi: un po' di reumatismi, ma è il Luraghi di sempre, concreto, razionale, chiaro, lo stesso che fece la fortuna dell' Alfa Romeo fino al 1973, quando, per giusto compenso partitocratico, fu messo alla porta dai politici che non avevano bisogno di imprenditori, ma di servitori. "Leggo ogni tanto che il tale è stato mandato in prigione per un furto di qualche milione. E allora con questi che si dovrebbe fare? Fucilarli?". Questi chi, ingegnere? "Questi politici che hanno fatto perdere all' Alfa migliaia di miliardi". Ma chi di preciso? "Vuole qualche nome? Carlo Donat Cattin, nel 1973 ministro del Lavoro, l' altro ministro alle Partecipazioni statali Gullotti, l' onorevole De Mita che voleva ad ogni costo una fabbrica Alfa ad Avellino, i dirigenti dell' Iri di allora Petrilli e Medugno. Son tutti nomi che ho fatto, cose che ho scritto senza che succedesse alcuno scandalo. Del resto non sono tutti impuniti i responsabili dello sperpero di Gioia Tauro?". Chi sa ingegnere, repetita juvant, dicono. "Si era nel 1973, la vendita delle Alfa andava in crescendo, lo stabilimento di Arese cominciava a starci stretto. Ampliarlo? No, i danni della immigrazione erano già troppo forti. Conveniva fare uno stabilimento al Sud. C' era l' area di Pomigliano già fornita di servizi e infrastrutture. Lavorammo come pazzi, in tre anni furono pronti gli stabilimenti e quel gioiello d' auto che era l' Alfasud. Eravamo riusciti perfino a preparare il personale usando tutti i centri di addestramento e riqualificazione tra Napoli e Caserta. Insomma avevamo pronti i tubisti, i meccanici, gli elettricisti, eccetera. Stiamo per assumerli quando Donat Cattin blocca tutto. Le assunzioni, dice, le fanno gli uffici di collocamento. Roba da pazzi! Ci mandano pregiudicati, ammalati, gente che abita a cento chilometri da Pomigliano. Non importa, vogliamo partire egualmente, rifaremo la preparazione del personale, ma ecco arrivare il nuovo altolà di Gullotti: "Se non si fa anche uno stabilimento ad Avellino l' operazione è sospesa". Scusi ingegnere, negli anni passati ne abbiamo viste di cotte e di crude, ma il 1973 non era l' anno della crisi petrolifera? e questi politici pretendevano una nuova fabbrica d' automobile come si trattasse di un' edicola per giornali o di una licenza per ortolano?. "Nell' Italia politica di allora - quella di oggi per fortuna non la frequento - c' era un' aria da Basso Impero. Corro a Roma all' Iri da Petrilli e Medugno. Sono perfettamente d' accordo con me, Avellino è una follia. "Allora direte di no?", chiedo. Mi rispondono: "Vedi Luraghi, tu sei un gran bravo tecnico, ma non sai come muoverti nel mondo politico. Dì di sì, dì che farai lo stabilimento ad Avellino. Intanto rimandi tutte le operazioni all' infinito". Me ne tornai a Milano, offeso più che addolorato. Io credevo nella industrializzazione del Sud e loro mi proponevano un imbroglio. Pensi che essendo entrate in produzione ad Arese le Alfetta, Petrilli mi fece questa proposta: "Perchè il montaggio dell' Alfetta non lo fai ad Avellino?". Gli risposi: perchè dovrei licenziare cinquemila operai qui ad Arese e triplicare i costi. Perchè mi chiedi di affossare l' Alfa". Che è successo allora ingegnere? "Mi cacciarono. Gettarono nel cestino la proposta che gli avevo fatto in extremis di sospendere le decisioni, in attesa che fossero più chiari gli effetti della crisi petrolifera. Non vollero saperne, i politici volevano l' Alfa ad Avellino e l' Alfa ci è andata ad Avellino, a fabbricare quell' obbrobrio che è l' Arna". Ricapitoliamo ingegnere: esce dalla scena Giuseppe Luraghi l' imprenditore che ha dato all' Italia qualcosa di simile alla Mercedes, una azienda che fabbrica e vende con profitto auto di prestigio. E i suoi successori che cosa hanno fatto? "Io dico che qualcuno dovrebbe pur rispondere di questa colossale dilapidazione. In quindici anni non hanno tirato fuori un solo tipo nuovo d' automobile. Non uno. La "33" è una copia dell' Alfasud, la serie della "75" copia dell' Alfetta. Come a dire che il programma Alfa è stato questo: declino fino a completa consumazione. Come fa una azienda che vive su progetti avanzati, sulle ricerche avanzate, a stare quindici anni senza produrre niente di nuovo?". Eppure ingegnere i suoi successori dicevano che i conti tornavano al pareggio. "Gli ignobili trucchi di bilancio fatti in questi quindici anni non si contano. Hanno liquidato tutta la rete di distribuzione e di assistenza, una rete stupenda che copriva Stati Uniti, Francia, Germania, Inghilterra e Italia. Sa perchè? Per vendere a mille ciò che nel bilancio era segnato cento. Per aggiustare i conti anche a costo di affossare l' azienda". I suoi successori si sono difesi dicendo che la potenzialità dell' Alfa era esagerata, che mancava un mercato per le 400 mila auto prodotte ad Arese e a Pomigliano. "Ma non dicano idiozie: l' Audi vende 350 mila vetture, la Mercedes 500 mila, la Bmw 420 mila, la Volvo 380 mila. Il mercato c' è, solo che bisogna saper produrre e vendere". Luraghi, cosa ne pensa della proposta Ford? "La Ford è potente, ricca, ben radicata in Inghilterra e Germania. Quasi certamente saturerà le produzioni di Arese e di Pomigliano, ma addio Alfa Romeo. La Ford farà delle Ford, anche se userà il nome Alfa". Ma c' è altra scelta? E poi questa cessione rientra nella nuova filosofia dell' Iri, che punta sulle produzioni strategiche e lascia ad altri alimentari ed automobili. "Prodi sarà un onest' uomo e un bravo professore, ma questa cessione è una vergognosa dichiarazione di incapacità. Ma come? In Italia abbiamo i migliori carrozzieri del mondo, dei motoristi stupendi, degli operai specializzati formidabili e l' Iri non riesce a risanare l' Alfa". Ingegnere, che farà la Fiat? Lei pensa che la Fiat lascerà fare? "Sa che l' Alfa e la Fiat dovevano sposarsi quando ci fu la crisi della Lancia? Valletta mi incontrò e mi fece questa proposta: prendiamo assieme la Lancia e ci dividiamo il mercato; la Fiat produce le auto di massa, la Lancia le ministeriali e l' Alfa le sportive. L' accordo era già pronto quando lo stato maggiore Fiat riuscì a silurarlo". Ma crede che l' accordo con la Ford passerà? "Spero di no. Non per sentimentalismo o per nazionalismo. Ma per questa precisa ragione: il prodotto Alfa era un simbolo, una bandiera dei talenti italiani. E' davvero il caso di svenderlo?". - dal nostro inviato GIORGIO BOCCA
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/05/24/quella-fabbrica-senza-speranza-imposta-da-un.html
ABANO - "Il vecchio Henry Ford diceva: quando passa un' Alfa io mi tolgo il cappello. Adesso è l' Alfa che si toglie il cappello di fronte alla Ford. E' una grande vergogna. Io mi sento amareggiato, umiliato. C' è una cultura operaia, una cultura tecnica e manageriale che ha dato tutto all' Alfa Romeo. E ora la vendono al migliore offerente. Se siamo al meretricio, Ford è un buon cliente". Giuseppe Luraghi è ad Abano per i fanghi: un po' di reumatismi, ma è il Luraghi di sempre, concreto, razionale, chiaro, lo stesso che fece la fortuna dell' Alfa Romeo fino al 1973, quando, per giusto compenso partitocratico, fu messo alla porta dai politici che non avevano bisogno di imprenditori, ma di servitori. "Leggo ogni tanto che il tale è stato mandato in prigione per un furto di qualche milione. E allora con questi che si dovrebbe fare? Fucilarli?". Questi chi, ingegnere? "Questi politici che hanno fatto perdere all' Alfa migliaia di miliardi". Ma chi di preciso? "Vuole qualche nome? Carlo Donat Cattin, nel 1973 ministro del Lavoro, l' altro ministro alle Partecipazioni statali Gullotti, l' onorevole De Mita che voleva ad ogni costo una fabbrica Alfa ad Avellino, i dirigenti dell' Iri di allora Petrilli e Medugno. Son tutti nomi che ho fatto, cose che ho scritto senza che succedesse alcuno scandalo. Del resto non sono tutti impuniti i responsabili dello sperpero di Gioia Tauro?". Chi sa ingegnere, repetita juvant, dicono. "Si era nel 1973, la vendita delle Alfa andava in crescendo, lo stabilimento di Arese cominciava a starci stretto. Ampliarlo? No, i danni della immigrazione erano già troppo forti. Conveniva fare uno stabilimento al Sud. C' era l' area di Pomigliano già fornita di servizi e infrastrutture. Lavorammo come pazzi, in tre anni furono pronti gli stabilimenti e quel gioiello d' auto che era l' Alfasud. Eravamo riusciti perfino a preparare il personale usando tutti i centri di addestramento e riqualificazione tra Napoli e Caserta. Insomma avevamo pronti i tubisti, i meccanici, gli elettricisti, eccetera. Stiamo per assumerli quando Donat Cattin blocca tutto. Le assunzioni, dice, le fanno gli uffici di collocamento. Roba da pazzi! Ci mandano pregiudicati, ammalati, gente che abita a cento chilometri da Pomigliano. Non importa, vogliamo partire egualmente, rifaremo la preparazione del personale, ma ecco arrivare il nuovo altolà di Gullotti: "Se non si fa anche uno stabilimento ad Avellino l' operazione è sospesa". Scusi ingegnere, negli anni passati ne abbiamo viste di cotte e di crude, ma il 1973 non era l' anno della crisi petrolifera? e questi politici pretendevano una nuova fabbrica d' automobile come si trattasse di un' edicola per giornali o di una licenza per ortolano?. "Nell' Italia politica di allora - quella di oggi per fortuna non la frequento - c' era un' aria da Basso Impero. Corro a Roma all' Iri da Petrilli e Medugno. Sono perfettamente d' accordo con me, Avellino è una follia. "Allora direte di no?", chiedo. Mi rispondono: "Vedi Luraghi, tu sei un gran bravo tecnico, ma non sai come muoverti nel mondo politico. Dì di sì, dì che farai lo stabilimento ad Avellino. Intanto rimandi tutte le operazioni all' infinito". Me ne tornai a Milano, offeso più che addolorato. Io credevo nella industrializzazione del Sud e loro mi proponevano un imbroglio. Pensi che essendo entrate in produzione ad Arese le Alfetta, Petrilli mi fece questa proposta: "Perchè il montaggio dell' Alfetta non lo fai ad Avellino?". Gli risposi: perchè dovrei licenziare cinquemila operai qui ad Arese e triplicare i costi. Perchè mi chiedi di affossare l' Alfa". Che è successo allora ingegnere? "Mi cacciarono. Gettarono nel cestino la proposta che gli avevo fatto in extremis di sospendere le decisioni, in attesa che fossero più chiari gli effetti della crisi petrolifera. Non vollero saperne, i politici volevano l' Alfa ad Avellino e l' Alfa ci è andata ad Avellino, a fabbricare quell' obbrobrio che è l' Arna". Ricapitoliamo ingegnere: esce dalla scena Giuseppe Luraghi l' imprenditore che ha dato all' Italia qualcosa di simile alla Mercedes, una azienda che fabbrica e vende con profitto auto di prestigio. E i suoi successori che cosa hanno fatto? "Io dico che qualcuno dovrebbe pur rispondere di questa colossale dilapidazione. In quindici anni non hanno tirato fuori un solo tipo nuovo d' automobile. Non uno. La "33" è una copia dell' Alfasud, la serie della "75" copia dell' Alfetta. Come a dire che il programma Alfa è stato questo: declino fino a completa consumazione. Come fa una azienda che vive su progetti avanzati, sulle ricerche avanzate, a stare quindici anni senza produrre niente di nuovo?". Eppure ingegnere i suoi successori dicevano che i conti tornavano al pareggio. "Gli ignobili trucchi di bilancio fatti in questi quindici anni non si contano. Hanno liquidato tutta la rete di distribuzione e di assistenza, una rete stupenda che copriva Stati Uniti, Francia, Germania, Inghilterra e Italia. Sa perchè? Per vendere a mille ciò che nel bilancio era segnato cento. Per aggiustare i conti anche a costo di affossare l' azienda". I suoi successori si sono difesi dicendo che la potenzialità dell' Alfa era esagerata, che mancava un mercato per le 400 mila auto prodotte ad Arese e a Pomigliano. "Ma non dicano idiozie: l' Audi vende 350 mila vetture, la Mercedes 500 mila, la Bmw 420 mila, la Volvo 380 mila. Il mercato c' è, solo che bisogna saper produrre e vendere". Luraghi, cosa ne pensa della proposta Ford? "La Ford è potente, ricca, ben radicata in Inghilterra e Germania. Quasi certamente saturerà le produzioni di Arese e di Pomigliano, ma addio Alfa Romeo. La Ford farà delle Ford, anche se userà il nome Alfa". Ma c' è altra scelta? E poi questa cessione rientra nella nuova filosofia dell' Iri, che punta sulle produzioni strategiche e lascia ad altri alimentari ed automobili. "Prodi sarà un onest' uomo e un bravo professore, ma questa cessione è una vergognosa dichiarazione di incapacità. Ma come? In Italia abbiamo i migliori carrozzieri del mondo, dei motoristi stupendi, degli operai specializzati formidabili e l' Iri non riesce a risanare l' Alfa". Ingegnere, che farà la Fiat? Lei pensa che la Fiat lascerà fare? "Sa che l' Alfa e la Fiat dovevano sposarsi quando ci fu la crisi della Lancia? Valletta mi incontrò e mi fece questa proposta: prendiamo assieme la Lancia e ci dividiamo il mercato; la Fiat produce le auto di massa, la Lancia le ministeriali e l' Alfa le sportive. L' accordo era già pronto quando lo stato maggiore Fiat riuscì a silurarlo". Ma crede che l' accordo con la Ford passerà? "Spero di no. Non per sentimentalismo o per nazionalismo. Ma per questa precisa ragione: il prodotto Alfa era un simbolo, una bandiera dei talenti italiani. E' davvero il caso di svenderlo?". - dal nostro inviato GIORGIO BOCCA
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/05/24/quella-fabbrica-senza-speranza-imposta-da-un.html
Re: Accordo Pomigliano
Dura la replica dello Slai Cobas: "E' come dire a un commerciante di pagare il pizzo perché altrimenti la camorra lo uccide" dice Vittorio Granillo, del coordinamento nazionale dello Slai Cobas che si asterrà dal voto considerando il referendum "illegittimo". Sul fronte politico il Pdl si schiera per il via libera all'accordo, mentre il segretario del Pd Pierluigi Bersani ribadisce il suo ''sì con riserva'' chiedendo, però, che questa vertenza non sia "ideologizzata o portata a modello da trasferire in tutto il Paese".
non sa nemmeno dire di no xd......
interessante articolo
http://www.repubblica.it/economia/2010/06/18/news/pomigliano-sciopero-4945927/?ref=HREA-1
Oggi intanto i lavoratori delle carrozzerie e della powertrain di Mirafiori hanno scioperato (e sono scesi in corteo) contro l'accordo che la Fiom non ha voluto firmare. Secondo la Fiom di Torino ha incrociato le braccia oltre l'80% dei lavoratori delle carrozzerie di Mirafiori. "La risposta dei lavoratori - osserva Federico Bellono, segretario generale della Fiom torinese - è stata eccezionale, come non si vedeva da anni. E' un segnale di cui tutti dovrebbero tenere conto, la Fiat innanzitutto, ma non solo". "Lo sciopero di Mirafiori dimostra solo che l'accordo di Pomigliano è nato morto", commenta Giorgio Cremaschi, volto storico della Fiom. Per la Fiat, invece, l'adesione è stata del 30% alle carrozzerie e del 2,8% alla powertrain.
possibile che non si può mai avere un numero concorde xdiana..... anche fossero stati il 30% vuol dire che il 30% ha ancora voglia di ribellarsi....è un buon numero solo a Torino poi..... non so gli altri stabilimenti.....mi chiedo come Marchionne non potesse immaginare una reazione così alla sua proposta..... impossibile ....
va be leggetevelo.
non sa nemmeno dire di no xd......
interessante articolo
http://www.repubblica.it/economia/2010/06/18/news/pomigliano-sciopero-4945927/?ref=HREA-1
Oggi intanto i lavoratori delle carrozzerie e della powertrain di Mirafiori hanno scioperato (e sono scesi in corteo) contro l'accordo che la Fiom non ha voluto firmare. Secondo la Fiom di Torino ha incrociato le braccia oltre l'80% dei lavoratori delle carrozzerie di Mirafiori. "La risposta dei lavoratori - osserva Federico Bellono, segretario generale della Fiom torinese - è stata eccezionale, come non si vedeva da anni. E' un segnale di cui tutti dovrebbero tenere conto, la Fiat innanzitutto, ma non solo". "Lo sciopero di Mirafiori dimostra solo che l'accordo di Pomigliano è nato morto", commenta Giorgio Cremaschi, volto storico della Fiom. Per la Fiat, invece, l'adesione è stata del 30% alle carrozzerie e del 2,8% alla powertrain.
possibile che non si può mai avere un numero concorde xdiana..... anche fossero stati il 30% vuol dire che il 30% ha ancora voglia di ribellarsi....è un buon numero solo a Torino poi..... non so gli altri stabilimenti.....mi chiedo come Marchionne non potesse immaginare una reazione così alla sua proposta..... impossibile ....
va be leggetevelo.
Re: Accordo Pomigliano
Vendola lancia un messaggio al PD, ma anche al Popolo Viola e al partito di
Repubblica: “La Costituzione vale per l’articolo 21, ma vale ancor di più per
l’articolo 1 e per l’articolo 3”. E ancora: “Se non si parte da Pomigliano, io
non so cos’è l’alternativa a Berlusconi”.
e c'è anche questo.
Repubblica: “La Costituzione vale per l’articolo 21, ma vale ancor di più per
l’articolo 1 e per l’articolo 3”. E ancora: “Se non si parte da Pomigliano, io
non so cos’è l’alternativa a Berlusconi”.
e c'è anche questo.
Re: Accordo Pomigliano
A Pomigliano comincia l'epoca dopo Cristo
Per chi ha voglia di leggerlo,condivido con una certa amarezza ma la realta' e' questa
Per chi ha voglia di leggerlo,condivido con una certa amarezza ma la realta' e' questa
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Re: Accordo Pomigliano
Eppure 5000 operai sono scesi in strada x il SI
http://www.levanteonline.net/italia/regione/1778-fiat-pomigliano-5000-operai-scendono-in-strada-per-il-si-la-fiom-moralmente-quello-dei-lavoratori-e-un-no.html
http://iltempo.ilsole24ore.com/2010/06/20/1171895-operai_saggi_sindacalisti.shtml
http://www.iltempo.it/2010/06/20/1171896-fiat_lavora_dateci_panda.shtml
http://www.levanteonline.net/italia/regione/1778-fiat-pomigliano-5000-operai-scendono-in-strada-per-il-si-la-fiom-moralmente-quello-dei-lavoratori-e-un-no.html
http://iltempo.ilsole24ore.com/2010/06/20/1171895-operai_saggi_sindacalisti.shtml
http://www.iltempo.it/2010/06/20/1171896-fiat_lavora_dateci_panda.shtml
Re: Accordo Pomigliano
E sono (amare) soddisfazioni. La classe operaia all'improvviso ha scoperto che la vita non è solo TV, tette e culi, vatuttobene. E che fa? Scende in piazza contro sé stessa, in poche centinaia secondo la FIOM, in 5000 secondo la questura, uno dei rari casi in cui i dati si invertono.
Magari di operai ce n'erano pochi, come si dice, magari erano tanti impiegati con le famiglie, mogli e figli, cugini, nipoti genitori e nonni in una bella e gioiosa gita aziendale.
Magari di operai ce n'erano pochi, come si dice, magari erano tanti impiegati con le famiglie, mogli e figli, cugini, nipoti genitori e nonni in una bella e gioiosa gita aziendale.
Sonia Drechsler- Moderatore
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Re: Accordo Pomigliano
Alice ha scritto:Eppure 5000 operai sono scesi in strada x il SI
http://www.levanteonline.net/italia/regione/1778-fiat-pomigliano-5000-operai-scendono-in-strada-per-il-si-la-fiom-moralmente-quello-dei-lavoratori-e-un-no.html
http://iltempo.ilsole24ore.com/2010/06/20/1171895-operai_saggi_sindacalisti.shtml
http://www.iltempo.it/2010/06/20/1171896-fiat_lavora_dateci_panda.shtml
Indipendentemente dal numero di chi e' sceso in piazza e le motivazioni validissime di "tenere famiglia" si e' scatenata una guerra tra poveri che inevitabilmente portera' ad un implosione della scelta scellerata della globalita' dell'economia
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Re: Accordo Pomigliano
Crisi, Zaia: "Prima pensiamo ai nostri"
"Siamo stufi di sentir dire che c'è bisogno degli extracomunitari, perché certi lavori qui non si vogliono più fare. Noi vogliamo pensare prima ai nostri lavoratori, gli altri si arrangino". Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, parlando dal palco a Pontida. "E' una superballa dire che c'è bisogno degli extracomunitari - ha aggiunto -. Noi vogliamo fare liste di collocamento differenziate per pensare prima ai nostri cittadini".
Come si puo vedere questo ha capito un cazzo di come va il mondo
"Siamo stufi di sentir dire che c'è bisogno degli extracomunitari, perché certi lavori qui non si vogliono più fare. Noi vogliamo pensare prima ai nostri lavoratori, gli altri si arrangino". Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, parlando dal palco a Pontida. "E' una superballa dire che c'è bisogno degli extracomunitari - ha aggiunto -. Noi vogliamo fare liste di collocamento differenziate per pensare prima ai nostri cittadini".
Come si puo vedere questo ha capito un cazzo di come va il mondo
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Re: Accordo Pomigliano
Se lo dice alla Confindustria del Veneto si becca una stricca di porchi e di "mona" che non fisisce più
Sonia Drechsler- Moderatore
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» Certificato di sicurezza
Gio Lug 05, 2012 4:05 pm Da cactus
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» Megacopybotting!
Gio Giu 28, 2012 5:16 pm Da pippi
» L'Angolo dello Sclero
Mer Giu 20, 2012 10:37 pm Da Carolus